SE LUI E' UN NARCISISTA: ISTRUZIONI PER L'USO

Sab 16/01/2016

Che cosa cerchiamo quando ci innamoriamo? Un completamento o il nostro riflesso? Secondo il mito raccontato da Platone nel Simposio, l'uomo e la donna rappresentano una realtà dimezzata e Eros li spinge a ricercare la loro metà perduta per poter tornare a raggiungere la primitiva unità che presuppone l'apertura all'altro.
Questo racconto però sta perdendo terreno come chiave di lettura della relazione. Il mito che sembra oggi prestarsi meglio alla decifrazione delle dinamiche amorose, soprattutto per i giovani maschi, è quello di Narciso: ragazzo bellissimo, di cui tutte si innamorano, ma che è incapace di guardare aldilà di sé, condannato a innamorarsi della propria stessa immagine: il suo oggetto d'amore però è destinato a restargli precluso in quanto il velo dell'acqua rappresenta uno schermo insuperabile. Narciso non ha nostalgia per una metà perduta, è indifferente a tutto, non è alla ricerca di un completamento. A muoverlo non c'è nessun paradiso perduto e desiderato.

L'altra faccia della medaglia di questo non-incontro d'amore è  la ninfa Eco, condannata a ripetere quello che dicono gli altri ed espropriata della propria voce.
Il mito di Narciso descrive quindi una coppia impossibile all'interno della quale lui insegue la propria immagine mentre lei si riduce a un niente, si annulla in una vuota ripetizione di parole d'altri.
Quanti Eco e Narciso in incognito ci capita di incontrare? Stando alle analisi dei dati che emergono dai consultori, sempre più questa coppia sembra trovare degni interpreti. Il binomio Eco-Narciso funziona come ordigno predisposto per la sofferenza e miete numerose vittime che solo con grande difficoltà, e non senza aiuto, riescono a disinnescarlo. Capita spesso di vedere ragazze e donne, anche molto belle e di successo, logorarsi fino all'annullamento di sé nello sforzo di venire a rappresentare qualcosa per il proprio amato, nella speranza di poterlo cambiare. Convinte che la forza del loro amore, simile a un fuoco dinamico e trasformatore, possa operare il miracolo. Ma, il mito ci avverte, l'elemento simbolico che domina l'identità di Narciso non è il fuoco mobile e vivo ma uno specchio di acqua ferma che non promette alcuna trasformazione.

Silvia Bertoli, psicologa psicoterapeuta ad orientamento analitico, ci aiuta a capire meglio il ruolo del maschio narciso nella coppia.
La deriva narcisistica coinvolge ugualmente uomini e donne?
Il narcisismo non è caratteristica eslcusiva del mondo maschile, esiste sia nel mondo degli uomini che in quello delle donne.
Una donna narcisista è facilmente riconoscibile: spesso al centro dell'attenzione, disposta a passare sopra gli altri per ottenere ciò che desidera, tende ad esporsi in maniera eccessiva, i suoi gesti affettuosi sono sempre molto visibili agli altri. Ogni racconto è sempre una “messa in scena”, teatralmente rappresentata. Spesso sono donne intelligenti, molto abili nella manipolazione, vivono relazioni altamente conflittuali e si presentano come vittime delle reazioni altrui.
E' possibile trasformare un maschio narciso in un compagno capace di aprirsi affettivamente in una relazione costruttiva?
L'uomo narciso è molto faticoso: dietro ad una apparenza di perfezione si nasconde un uomo freddo, incapace di sentire “per davvero” le emozioni, proprie ed altrui. Inizialmente sono uomini molto brillanti, seduttivi, ammalianti, ma dietro nascondono una grande incapacità di relazioni profonde e sincere.
Spesso la donna tenta di cambiare il compagno narcisista, ma in realtà da un uomo così è meglio fuggire, non possiamo essere noi ad alfabetizzarlo emotivamente, ed il lavoro sarebbe forse troppo lungo ed impegnativo, senza esiti certi.
E l'altra metà della coppia? L'Eco contemporanea che si distrugge nell'inseguire Narciso?
Molto spesso le donne che si legano ad uomini narcisisti hanno una forte predisposizione masochista, o quantomeno una struttura di personalità con difese di tipo masochistico. Sono donne con forte spirito di sacrificio, tendenti all'autosvalutazione, alla sottomissione.
Nell'educare un figlio esistono delle strategie per aiutarlo a sviluppare una affettività equilibrata, empatica, e non auto referenziale?
Sicuramente un genitore può mettere in atto delle strategie educative utili: per prima cosa è fondamentale aiutare i bambini nel riconoscimento e nella gestione delle emozioni, di tutte le emozioni, positive e negative. Un bambino deve sapere che felicità, tristezza, rabbia e paura sono emozioni che tutti provano, sia i grandi che i piccoli, e che fanno parte di noi, e che possiamo imparare a riconoscerle e a gestirle.
Molto importante, inoltre, non gonfiare l'ego dei bambini, facendoli sentire migliori degli altri: ogni bambino è speciale, e sono tutti diversi. E' importante educare al rispetto di sé e degli altri e alla valorizzazione delle differenze.

 

 

 

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