Fiori di Loto

Dom 29/03/2020

 

di Manuela Chiarottino*

 

 Il mio ultimo romanzo si intitola “Fiori di loto” e narra dell’amicizia tra due donne all’apparenza molto diverse tra loro, ma accomunate da un evento doloroso e dalla volontà di rinascere. Conoscerete Laura e Ah-lai, leggerete delle loro chiacchierate di fronte a una tazza di tè, dei ricordi di un fiume dalle acque di smeraldo e soprattutto scoprirete il motivo per cui rappresentano un inno alla resilienza femminile e alla speranza. Perché ne voglio parlare? Perché credo abbia dei collegamenti con quello che stiamo vivendo. Ah-lai, un’anziana donna cinese, ha subito la fasciatura dei piedi, una pratica terribile che consisteva nel rompere le dita dei piedi per rendere questi piccoli e appuntiti. Al di là del lato estetico e del simbolo erotico che aveva assunto all’epoca, rappresentava il controllo totale della donna, relegata entro le mura di casa, attraverso la sua mobilità. D’altronde il movimento non è sinonimo di libertà? Ecco, questa cosa mi ha fatto pensare a come molti si stanno sentendo in questo momento, privati della possibilità di uscire, passeggiare o correre nei parchi, viaggiare. Avere i piedi fasciati significava non fare nulla di tutto questo. Comprendo perché qualcuno subito ha provato rabbia, frustrazione, ma dobbiamo pensare che noi, al contrario di Ah-lai, lo facciamo per amore, nostro e degli altri, qualcosa da vivere come una scelta. Un giorno potremo uscire dalla stanza e correre nei prati, viaggiare, tornare alle nostre vite, mentre le donne come Ah-Lai non riprendevano più la mobilità, prigioniere per sempre di quella tradizione e destinate alla sofferenza.

E poi c’è il simbolo della rinascita, il fiore di loto. Qui assume un duplice significato, da un lato i piedi di loto quindi il dolore, la tragedia, ma dall’altro Il loto è un fiore che nasce nel fango e sale attraverso l’acqua seguendo il sole. La sua immagine è di una bellezza delicata, fragile, in realtà è molto forte, la resistenza dello stelo e delle radici rende difficile estrarlo. Adesso ci sentiamo fragili, ma abbiamo dentro di noi la forza per uscire dal fango e alzarci verso la luce, elevandoci a una nuova presa di coscienza. Così come Laura e Ah-Lai, anche noi possiamo rinascere da questo evento. E infine, forse perché nulla viene davvero per caso, questo romanzo parla di una donna cinese e una donna italiana. All’inizio di questa tragedia qualcuno accusò il popolo cinese, ci furono dei brutti episodi, eppure adesso proprio dalla Cina sono arrivati aiuti all’Italia, e non solo, ci rendiamo forse conto che tutti siamo davvero collegati e condividiamo non solo questa battaglia, ma anche la speranza e l’umanità. Il fiore di loto è un simbolo di spiritualità ed è a quella cui dobbiamo elevarci, non significa per forza una religione, ma una sensibilità nuova che porti collaborazione tra le persone e le nazioni.

 

 

 

 

 

 

 

* Manuela Chiarottino, è nata e vive in provincia di Torino. Vincitrice del concorso Verbania for Women 2019 e del Premio nazionale di letteratura per l’infanzia Fondazione Marazza 2019, nella scrittura ama il genere rosa, declinato in diverse sfumature. Tra le sue pubblicazioni si annoverano: Tesoro d'Irlanda (More Stories, 2020), Fiori di loto (Buendia Books, 2020), La bambina che annusava i libri (More Stories, 2019), Incompatibili (Le Mezzelane, 2019), La custode della seta (Buendia Books, 2019), Tutti i colori di Byron (Buendia Books, 2018), Il gioco dei desideri (Amarganta, 2018), Maga per caso (Le Mezzelane, 2018), Un amore a cinque stelle (Triskell, 2016), Cuori al galoppo (Rizzoli 2016), Due passi avanti un passo indietro (Amarganta, 2016), Il mio perfetto vestito portafortuna (La Corte, 2016), Ancora prima di incontrarti (Rizzoli, 2015) e molti altri.

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