Un percorso verso la felicità, passo dopo passo, nonostante tutto: il parere dello psicologo

Mer 21/08/2019

“La pazienza è l’arte di sperare.”

(Luc de Clapiers scrittore e saggista francese  del Settecento)

 

C’è qualcuno che forse non ha mai provato scoraggiamento quando si è imbattuto in difficoltà di ogni tipo? Chi non si è mai sentito piccolo di fronte a certi impegni professionali, sociali o educativi?

Lacci, legacci e vincoli: burocratici, organizzativi, di tempo, logistici; impatti impegnativi con personalità variegate di attori in gioco; situazioni familiari complesse o conflittuali; contesti individuali o culturali lontani tra loro e spesso in frizione. In determinati momenti possono aggiungersi incomprensioni e svalorizzazioni del lavoro effettuato.

In tali occasioni si odono frasi ricorrenti: “Ma a che serve?”; “Tanto chi riconosce il mio lavoro, i miei sforzi?”; “Tanto non vale la pena!”; “Chi me lo fa fare?”; “Tanto gli altri non capiscono!”; “Perché dannarsi? Lui/lei non capirà mai!”.

Dilemmi, delusioni, ambivalenze, frustrazioni, sospetti, scoraggiamenti, arrabbiature.

Nonostante tutto ciò, è possibile che il contesto sociale ed educativo riconosca concretamente e mantenga la memoria di speranze, di gratificazioni, di gioie, di passioni educative per far crescere il positivo?

Altrimenti come è possibile costruire una società migliore e stimolare lo sviluppo delle qualità delle persone, dei gruppi e delle istituzioni per progettare stili di vita gratificanti?

Abbiamo dentro di noi paure e angosce profonde, ma anche insondabili e incredibili risorse: non prevalga mai il tempo della resa ma dei progetti, della ricerca di prospettive nuove.

Dopo la morte nell’agosto del 2015 di Ambrogio Fogar, tetraplegico per gli ultimi tredici anni della sua vita dopo un’esistenza colma di avventure in tutto il mondo, un medico rianimatore di Sondalo ha affermato: “Ambrogio ha trovato delle risorse interiori che neppure lui sapeva di avere”. Lo stesso Fogar si era espresso così in un’intervista: “Nessun destino può incatenarmi l’anima, il sogno, la fantasia”.

Nella mia esperienza personale e professionale, in numerose occasioni ho constatato che molte persone hanno riscoperto qualcosa che non sapevano o non credevano di possedere.

Ho sentito spesso frasi del tipo: “Non pensavo! Non credevo! Chi l’avrebbe detto! Caspita, però ce l’ho fatta!”.

La speranza è un aggancio con le possibilità reali del presente. 

Una poesia di Mahmoud Darwish termina così: “Sono nato per il sole che sorge, non per quello che tramonta”.

Una bella scommessa per tutti noi: progettare il futuro e per il futuro.

Essere felici può essere il risultato di un bel viaggio dentro se stessi.

Nonostante tutto il resto!

Questo è il presupposto per partire!

Poi cominceremo -e continueremo- a fare i vari passi verso felicità…

Buon cammino a tutti!

 

Davide Pagnoncelli

Psicologo e Psicoterapeuta

 

Davide Pagnoncelli è Psicologo, si è specializzato in Psicoterapia sia analitica che di Psicoterapie Brevi, si è formato in Teatroterapia con un percorso teorico-pratico triennale e in Arteterapia con la sperimentazione di metodiche creative di costruzione e decostruzione di un testo e di fototerapia.

Oltre all’attività clinica, da più di vent’anni opera nell’ambito della psicologia scolastica. In particolare, da diciotto anni è responsabile, presso le scuole dell’Opera S. Alessandro di Bergamo, di un Servizio Psicologico significativamente strutturato per operare con continuità a vari livelli (alunni, genitori, personale scolastico) con interventi individuali, di piccolo gruppo e di classe; vari progetti innovativi sono già stati realizzati per gli alunni e per le famiglie.

 È autore di alcune ricerche in ambito psicopedagogico e sociale pubblicate su varie riviste scientifiche e del libro “Figli felici a scuola” edito nell’aprile 2018.

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