SHERLOCK, LUPIN & IO: SULLE TRACCE DEL MISTERO CON ALESSANDRO GATTI

Dom 20/12/2015

Che forma ha un mistero? Alessandro Gatti, ospite alla Biblioteca comunale Pavese di Parma per dialogare con i suoi giovani lettori, pone in apertura dell'incontro questo interrogativo che subito mette in moto un cortocircuito creativo acceso dal tentativo immaginativo di dare forma ad uno stato dell'animo. La condizione dell'animo nella quale, appunto, si trova ogni lettore di gialli e che consiste nel sentire dentro la propria testa la presenza lampeggiante di un punto interrogativo che ti spinge a proseguire nella lettura e ti tiene avvinto al testo fino a quando il mistero non viene risolto.
Alessandro Gatti, classe 1975, uno fra gli scrittori italiani più amati dai ragazzi, estremamente produttivo (ha all'attivo circa settanta libri), presenta in questa felice occasione la serie di romanzi gialli Sherlock, Lupin & io scritti sotto lo pseudonimo di Irene Adler: protagonisti delle avventure investigative sono Sherlock Holmes, Lupin e Irene Adler, tutti e tre immaginati e descritti dall'autore come ragazzi, in un periodo quindi della loro vita durante il quale i ruoli non sono ancora stati assegnati dal gioco del destino ed è quindi possibile, entro lo spazio indefinito e aperto della giovinezza, che gli opposti si incontrino ed un futuro detective sia amico di un futuro ladro.

Che forma ha l'incontro tra Gatti e i suoi lettori? Non ha l'aspetto serio e chiuso di una conferenza ma quello aperto e poliedrico di un gioco da costruire insieme: lo scrittore, che insegna Estetica e Filosofia della Letteratura alla Duke University, fedele all'imperativo narrativo di matrice anglosassone show, don't tell, invece che addentrarsi in una spiegazione dei meccanismi narrativi che servono a mantenere acceso e in buona salute il punto interrogativo nella testa di ogni lettore, mette in atto quegli stessi meccanismi con l'aiuto del pubblico proponendo, in una sorta di laboratorio creativo, un incipit romanzesco e guidando i ragazzi presenti entro quel labirinto di possibilità, segni, indizi, incroci e svolte che ogni racconto giallo ben costruito rappresenta.
E, così come Sherlock ragazzo, nell'incipit del gioco narrativo, si trova alla Victoria Station di Londra inghiottito dalle spire di vapore della nebbia e dei treni, allo stesso modo chi ascolta si trova attratto dentro un ambiente nebbioso la cui cifra è il mistero, e a questo punto si accende, come un neon lampeggiante nella nebbia, il punto interrogativo che ci spingerà alla ricerca: perché il distinto signore che condivide lo scompartimento del treno che Sherlock porta due orologi, uno dei quali è fermo? I ragazzi intervengono a proporre ipotesi, a seguire tracce e, guidati dallo scrittore, entrano nel racconto costruendone i confini dal suo interno, artefici di un mondo possibile. Il racconto prende vita tra segnali da decifrare, un immancabile e necessario cadavere, un gemello che potrebbe essere un sosia e altri ingredienti sapientemente mescolati per fare lievitare la suspense e alimentare il mistero.

Ma il finale di questa avventura collettiva non viene svelato da Gatti che invece lascia un compito ai ragazzi presenti: immaginare e scrivere la conclusione del racconto per poi spedirla allo scrittore che risponderà ad ognuno dando una propria opinione. La possibilità di creare un pezzo di racconto dialogando con l'autore della storia stessa: un bellissimo regalo di Natale per tutti gli appassionati lettori.

L'incontro dedicato da Alessandro Gatti a gli indispensabili per far luce sul mistero si colloca all'interno del ciclo I racconti di Natale. Incanti di luce promossa dal Comune di Parma in collaborazione con il suo servizio Biblioteche: la rassegna, dedicata nella sua quarta edizione al tema della luce nel suo anno di celebrazione internazionale, proseguirà fino al 10 gennaio e prevede circa 50 eventi tutti gratuiti.

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