
IL TEMPO DELLE VIOLE
di Carlotta Trascinelli
Finalmente, anche quest’anno, è arrivato il tempo delle viole.
Sarà perché il viola è il mio colore preferito, sarà perché sono tra i primi fiori a spuntare ed annunciare l’imminente primavera o forse perché il loro profumo intenso ed unico mi ricorda la mia nonna Mafalda, ad ogni buon conto io sono perdutamente innamorata delle viole. Dopo il coraggioso bucaneve che sfida, come dice il nome, il freddo e il gelo dell’inverno nevoso, arriva l’elleboro a dargli manforte quali ambasciatori della rinascita primaverile e poco si attende perché si uniscano al coro di corolle le simpatiche pratoline e le aulenti violette.
La viola mammola (Viola odorata L.) fiorisce da febbraio ad aprile e si trova copiosa sul ciglio dei fossi, sotto le siepi e in prossimità dei boschi; anche semplicemente passeggiando per i parchi cittadini non sarà difficile incontrarla: la sua presenza verrà annunciata dall’inconfondibile fragranza, ancor prima che dalle timide, purpuree corolle, trovandosi in luoghi umidi seminascosti.
Per il suo portamento schivo, con la “testolina” che si china verso il basso, nascondendosi tra le foglie, nel linguaggio dei fiori le viene attribuito il significato di onestà, modestia e pudore. Insomma, proprio una signorina a modo.
Giusto due cenni botanici: la famiglia delle Violaceae, cui appartengono le mie amate violette, comprende circa 400 specie erbacee annuali o perenni, diffuse in Europa, nelle zone tropicali e nel continente americano da nord a sud. In Italia se ne contano circa una quarantina di specie differenti, con colori che vanno dal bianco al giallo, dall’azzurro pallido al viola intenso finanche alle bi-tricolori come la famosa viola del pensiero, cosiddetta per l’usanza di inviare nelle lettere alcuni fiori essiccati alla persona cara.
Le storie e le curiosità sulle violette non finiscono qui. A Parma questi fiori sono di casa, grazie alla passione che l’Imperatrice, nonché Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, Maria Luigia d’Asburgo aveva sviluppato nei loro confronti. Oltre a coltivarle ella stessa, pare si circondasse di oggetti d’uso quotidiano come piatti, ventagli, ditali raffiguranti viole, le faceva ricamare sui propri abiti e spesso, nella sua corrispondenza, arrivava a sostituire la propria firma col disegno d’una violetta. Ad ella si deve anche la creazione del profumo “Violetta di Parma” con la ricetta, esclusiva, elaborata dai frati del convento dell’Annunciata che rimase segreta fino al 1870, anno in cui Ludovico Borsari riuscì a ricrearlo offrendolo ad un pubblico più ampio. Da allora la fragranza favorita della Duchessa è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
In casa Bonaparte, però, le viole ebbero grande importanza anche per l’illustre Napoleone, il quale vi fu legato sia per motivi sentimentali riguardanti la prima moglie, Joséphine de Beauharnais, che per motivi politici: dopo l’esilio dell’Elba infatti, i suoi seguaci scelsero come loro emblema proprio la violetta, da contrapporre ai gigli dei Borbone.
Dal punto di vista naturalistico le viole rivestono un ruolo fondamentale: molte specie, infatti, fungono da piante nutrici per le larve delle farfalle, le quali depongono le uova sulle piantine che diventeranno cibo, appunto, per lo stadio larvale. Essendo le farfalle insetti impollinatori, come le api, ecco spiegata l’importanza della coltivazione e diffusione di questi fiori. Un aneddoto poetico è legato all’abitudine di Goethe di tenere in tasca semi di viole per poi gettarli durante le passeggiate così da favorirne la diffusione.
I fiori delle viole sono inoltre ricchi di proprietà (diuretiche, emollienti, espettoranti, lassative) vitamine e antiossidanti, perciò vengono utilizzati spesso nella medicina naturale per infusi, decotti, pomate, per la cura delle malattie più semplici. Grazie a queste loro proprietà, ed essendo commestibili, sono oggi proposte in cucina per aggiungere un tocco colorato e salutista a tutti i piatti. Una vera chicca dolce sono le violette di Parma candite usate per decorare torte, che sprigionano la loro intensa fragranza ad ogni morso.
Infine un consiglio per chi, come me, è appassionato di questi piccoli, romantici fiori: se volete approfondire notizie e curiosità sulle violette, vi consiglio un libretto delizioso da cui ho preso vari spunti “Le viole d’Italia – raccontate in un’abbazia” di Sara Brancucci e fra Domenico Palombi. Una chiacchierata botanica, ma non solo, con l’ultimo monaco cistercense benedettino erborista con splendide tavole illustrate con grazia e delicatezza da Giovanna Santoloci.
Insomma, un modo per avere sempre il soffio gentile della primavera a portata di mano.
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